Tutti noi consociamo il camoscio (nome scientifico: Rupicapra), ma spesso non siamo a conoscenza delle tre diverse specie di questo animale e delle aree che abita; esistono infatti: la Rupicapra rupicapra, conosciuta anche con il nome di camoscio alpino; la Rupicapra pirenaica, diffusa sulle alture dei Pirenei, e la Rupicapra pyrenaica ornata che, conosciuta con il nome di camoscio d'Abruzzo, popola le alture abruzzesi. La diffusione delle sue specie, soprattutto della specie del camoscio alpino, comprende i vasti territori dell'Europa e, diversificandosi in numerose sottospecie, si allarga conquistando anche le importanti alture dell'Asia Minore. Amante delle zone rocciose, il camoscio abita a quote solitamente comprese tra i 1000 ed i 3000metri; non a caso, siamo abituati ad immaginarcelo mentre si arrampica e corre agile tra le rocce e gli impervi pendi delle montagne.
Animale timido e frugale, il camoscio assomiglia molto alla nostra capra domestica, soprattutto per quanto riguarda le proporzioni: la lunghezza infatti varia dai 110 ai 135 cm, l'altezza oscilla tra i 70 e gli 80cm per un peso che, a seconda dell'esemplare e della stagione si aggira mediamente dai 25 ai 45kg. Infatti, nei mesi invernali, il peso raggiunge il suo massimo a causa del grande accumulo di grasso con cui i camosci si preparano ad affrontare l'inverno; mentre, nel periodo degli amore, i maschi possono arrivare a perdere fino ad un terzo del loro peso corporeo a causa delle lotte per la conquista delle femmine. Una particolarità è costituita dalle corna che, di colore nero ebano, a differenza dei Cervidi, sono permanenti e sono portate con fierezza da entrambe i sessi. Sono lunghe, in media dai 20 ai 26cm e, per la loro caratteristica di permanenza, si arricchiscono di solchi anulari da cui si può ricavare, con particolare attendibilità, l'età dell'animale. Ad eccezione delle zampe scure e della striscia chiara sul dorso che restano praticamente invariate nel corso delle stagioni, il mantello del camoscio subisce notevoli variazioni di colore in prossimità delle mute primaverili ed autunnali divenendo fulvo e più sbiadito durante l'estate e quasi nero in inverno. Altra caratteristica particolare dei camosci sono gli zoccoli che gli permettono di potersi muovere agilmente tra i pericolosi pendii. Questi infatti sono bidattili e si compongono in due parti principali distinte per durezza e funzione: il bordo e la muraglia esterna, che sono più dure ed affilate, consentono al camoscio di poter sfruttare i piccoli appigli delle rocce; mentre la parte più interna, che potremo definire quasi come un polpastrello, è più morbida e favorisce l'attrito sulla roccia nonchè una migliore stabilità. Tra le dita si allarga poi una membrana interdigitale che permette al camoscio di poter sfruttare una superficie di appoggio più ampia. Altre piccole particolarità dei camosci riguardano i polmoni ed il cuore. Proprio per la sua propensione ad abitare le grandi alture dove l'aria è maggiormente rarefatta, infatti, i polmoni sono generalmente molto sviluppati ed il cuore, dotato di spesse pareti muscolari, garantisce una frequenza cardiaca di circa 200 battiti al minuto. Questa ultima caratteristica è particolarmente utile poiché permette al camoscio di poter risalire i ripidi e lunghi pendii delle montagne senza dover ricorrere e sforzi eccessivi.
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